Tariffa sociale acqua

Il Comune di Parma prosegue nella sua azione di sostegno alle famiglie, anche sotto forma di aiuto al reddito, e lo fa, questa volta, attraverso l’erogazione di contributi per il pagamento delle utenze domestiche di acqua. L’entità del contributo, che verrà erogato in un’unica soluzione sotto forma di buoni, varia: per le famiglie con Isee fino a 2.500 euro può andare da 120 a 280 euro a seconda del numero dei componenti del nucleo; per le famiglie con Isee fino a 5.000 euro da 80 a 180 euro sempre a seconda della composizione del nucleo.
Attraverso questa misura, che viene introdotta per la prima volta, il Comune ridistribuisce un fondo ricavato da un modesto incremento delle bollette di tutti gli utenti a favore di quelle famiglie entrate in difficoltà anche a seguito dell’attuale situazione economica. Il fondo è stimabile in oltre 135 mila euro, con un incremento delle bollette dei singoli utenti pari a 0,0085 euro per metro cubo fatturato.
“L’Amministrazione comunale - spiega l’assessore al Welfare Lorenzo Lasagna - fin dall’inizio del mandato ha puntato sulla famiglia come risorsa e su una politica di ispirazione sussidiaria nei suoi confronti. Oggi, con un minimo sforzo, le famiglie possono farsi carico le une delle altre, in particolare quelle con più mezzi possono essere di sostegno a quelle che attraversano periodi di difficoltà. Al contempo, il Comune “aiuta le famiglie ad aiutarsi”, a potenziare, cioè, e a valorizzare quelle capacità che esse hanno in sé e che devono riuscire a esprimere”.

L'acqua di marte

In rete, si sa, c'è libertà. Di fare, di scrivere, di pensare, di pubblicare. Di caricare un video su youtube in cui uno pseudo mago "produce" cubetti di ghiaccio dall'acqua del pianeta Marte.

Innumerevoli potrebbero essere i commenti, ma lascio a voi decidere che pensare di questo esperimento di magia!!!




Balena in piazza di spagna




Il cetaceo di 15 metri si è arenato questa mattina sulla scalinata di Trinità dei Monti. Uno striscione annunciava: "Le balene non sono in vendita". Il blitz degli ambientalisti di Greenpeace è stato messo in piedi all'alba il giorno dell'apertura della 62esima riunione della commissione baleniera internazionale (Iwc), che si tiene ad Agadir in Marocco. La denuncia: "L'Italia è contro ma sta zitta".



Cucinare con l'acqua di mare

MILANO - Cucinare con l’acqua di mare. Non è l’ennesima provocazione di uno chef innovativo alla Ferran Adrià, bensì l’idea del signor Andy Inglis, un 49enne ex funzionario delle Nazioni Unite, oggi impiegato part-time al dipartimento per lo Sviluppo internazionale, che, ispirato da una ricerca di scienze della figlia per la scuola, ha raccolto, filtrato e imbottigliato l’acqua dell’isola di Berneray, nelle Ebridi, e ora la vende a 4,95 sterline (quasi 6 euro) per un contenitore di 3 litri.

FILTRATA - Presentata al recente Taste of Edinburgh, Acquamara è il risultato di un procedimento semplice ma accurato: l’acqua viene, infatti, raccolta dal mare, passata attraverso un apposito filtro per rimuovere ogni traccia di sabbia o sporcizia e, quindi, raccolta nella cisterna di Dunbar, dove viene analizzata per assicurarsi che superi gli standard europei per l’acqua potabile e poi lasciata decantare in una botte tipo quella per il vino. Vero, qualcuno potrà anche storcere il naso all’idea di scucire soldi per usare un prodotto che si può trovare gratis e un po’ ovunque, ma Acquamara non è solo la prima «acqua di mare firmata» ma anche un modo per dare un impulso all’economia delle isole Ebridi.

LAVORO - «Capisco che per qualcuno possa essere un’idea un po’ sfacciata», ha spiegato Inglis su The Indipendent, «ma se può servire a creare posti di lavoro alle Ebridi, allora ben venga la mia sfacciataggine. Comunque sia, per quanti amano il cibo preparato in un certo modo o per quegli chef che si alzano magari alle 5 del mattino per andare a comprare gli ingredienti migliori, questo prodotto è senza dubbio destinato a diventare indispensabile». In altre parole, secondo il suo scopritore, una zuppa di pesce o una salsa di crostacei innaffiate di Acquamara avrebbero tutto un altro sapore. Decisamente di mare. «Ho provato a cucinare alcune cose usando l’acqua di mare e non avete idea di quanta differenza ci sia nel gusto finale dei piatti. Assolutamente notevole. Ecco perché ho cominciato a guardarmi attorno per vedere se potevo trasformare questa idea in un vero affare e parlando con gente del settore, mi hanno detto che era un progetto possibile».

CHEF - Per la verità, alcuni famosi chef hanno già sperimentato con successo la bontà dell’acqua di mare quale ingrediente insolito per taluni piatti a base di pesce. Non a caso, al Noma di Copenaghen, recentemente eletto miglior ristorante al mondo secondo la classifica stilata da San Pellegrino, fra gli appetizer più sfiziosi spiccano gli scampi cotti in acqua di mare, mentre Tom Kitchin, chef dell’omonimo ristorante di Edimburgo, stella Michelin, si dice assai attratto dall’idea («cosa potrebbe garantire più freschezza della conservazione e della cottura in acqua di mare?»), suggerendo poi di spruzzare l’acqua sull’insalata o di usarla per cuocere le verdure, come sana alternativa al sale. «Il gusto che hanno i cibi cotti in questo modo è assolutamente incredibile», ha spiegato Roy Brett, chef dell’Ondine, specializzato in piatti a base di pesce, «perché sembra di sentire davvero l’odore del mare».

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Il mondo è nato con acqua, frutta, pesce, lavoro, sesso, musica


Si terrà a Milano in Piazza Lima il 27 Maggio dalle 10.30 alle 21.00 il primo evento milanese della campagna IO NON ME NE FREGO lanciata da COOPI. Sono moltissimi i perché è giusto rinnovare l’impegno alla lotta alla povertà.

Oltre 140 milioni di bambini al mondo soffrono di malnutrizione. Ogni anno 1 milione e mezzo di donne muore per cause legate al parto o alla gravidanza. Ci sono più di 25 milioni di “rifugiati ambientali”, vittime di siccità, erosione del suolo, desertificazione e deforestazione. Ma non possono essere solo i dati a parlare. É giusto che tutti coloro che vogliono lottare contro la povertà abbiano la possibilità di dire la loro. Di esprimere il loro personale perché.

Ringo, direttore di Virgin Radio, non se ne frega perchè "Il mondo è nato con acqua, frutta, pesce, lavoro, sesso, musica... e nessuno deve essere povero di tutto ciò!! cioè la vita!"


Nell'oceano c'è meno acqua


Quanto è alto il cielo? A questo quesito gli scienziati hanno diverse risposte, anche se le informazioni sugli strati più alti dell'atmosfera differiscono abbondantemente tra loro. Ora però, grazie a uno studio dei ricercatori della Woods Hole Oceanographic Institution del Massachussets (Whoi), c'è un responso a un altro vecchio interrogativo: «Quanto è profondo l'oceano?». E oltre a questo, l'istituto in questione risponde anche una secondo dubbio: «Qual è il volume dell'oceano?» Ebbene, secondo i nuovi calcoli gli oceani contengono meno acqua del previsto: «solo» 1.332 miliardi di chilometri cubi.

IL CALCOLO - Il conto è stato fatto da Matthew Charette, del Dipartimento di marina e geochimica presso il Whoi. «Se vuoi sapere il volume d'acqua del pianeta, fai una ricerca su Google e ottieni cinque risultati differenti» dice lo scienziato. «La maggior parte fa riferimento a valori datati 30-40 anni fa». Fino a oggi. Charette, assieme al geofisico Walter H. F. Smith dell'Agenzia per le ricerche oceaniche ed atmosferiche (NOAA), ha infatti utilizzato i dati satellitari per determinare i valori riguardanti il volume degli oceani. La risposta: la quantità totale di acqua presente negli oceani risulta, come detto, essere pari ad un volume di circa 1.332 miliardi di chilometri cubi.

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Qualità delle acque, pubblicato il Rapporto nazionale dell'ISPRA

L’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha pubblicato il Rapporto “Monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque”, sulla base delle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente.

Le sostanze più comunemente rilevate dalla rete di controllo ambientale nelle acque superficiali e sotterranee italiane sono fungicidi, insetticidi ma soprattutto erbicidi: 118 i tipi di pesticidi rinvenuti, concepiti per combattere gli organismi nocivi ma potenzialmente pericolosi anche per l’uomo. Si tratta di prodotti usati in agricoltura ma che, a causa delle piogge, vengono trasportati dal suolo alle acque sotterranee e superficiali.

In realtà la rete ambientale è finalizzata alla salvaguardia degli ecosistemi acquatici e non al controllo delle acque utilizzate per scopo potabile, ma queste ultime spesso attingono agli stessi corpi idrici. Inoltre l’uomo può essere esposto indirettamente ai contaminanti, attraverso la catena alimentare.

Nel biennio 2007 – 2008 sono stati valutati 19.201 campioni, provenienti dalle 18 regioni che hanno trasmesso i dati. Il monitoraggio risulta più efficace al nord, mentre al centro-sud è spesso limitato a poche sostanze. Nel 2008 le indagini hanno riguardato 3.136 punti di campionamento e 9.531 campioni. Sono stati rinvenuti residui di pesticidi nel 47,9% dei 1.082 punti di monitoraggio delle acque superficiali, nel 31,7% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti delle acque potabili. Nelle acque sotterranee contaminato il 27% dei 2.054 punti, nel 15% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti.

Per quanto riguarda i livelli di contaminazione, la qualità delle acque risultante dal monitoraggio può essere determinato per confronto con i limiti stabiliti dalle normative di riferimento.

Per le acque potabili, è la direttiva 98/83/CE del 3 novembre 1998 a stabilire i parametri da valutare per la qualità delle acque destinate al consum umano. Riguardo alle acque superficiali la direttiva 2008/105/CE stabilisce gli standard di qualità ambientale (SQA) per 33 sostanze prioritarie, tra cui alcuni pesticidi.

Per l'immissione in commercio di prodotti fitosanitari la normativa stabilisce che l'autorizzazione sia concessa quando la concentrazione prevista della sostanza, nelle acque superficiali destinate al consumo umano, non superi il valore previsto dalla direttiva 98/83/CE.

Fonte: Ispra

Whale watching a un passo da casa


Sono le creature più misteriose degli abissi. Protagonisti di sagre leggendarie e bestseller della letteratura mondiale, li abbiamo visti piroettare davanti a platee entusiaste di bambini nei parchi acquatici o esibirsi in danze enigmatiche nei documentari sul mondo marino. Ma incontrarli in natura non è poi così difficile: sono ben otto le specie di cetacei che popolano i mari italiani. Osservarli nel loro habitat è possibile grazie al whalewatching, un'emozionante escursione in mare aperto, su barche a vela o a motore, in compagnia di biologi marini e naturalisti.

Una pratica ormai diffusa anche nel mare nostrum, Italia in primis. Importato dall'America da una decina d'anni, è un fenomeno che riscontra successo crescente, anche per la sua capacità di coniugare divertimento e divulgazione scientifica. Un aiuto per la ricerca, poi: a volte i partecipanti sono coinvolti nelle attività di identificazione e schedatura dei mammiferi e il costo dell'escursione serve a finanziare gli studi. Pelagie, Bocca di Bonifacio, Canale di Sicilia, Santuario dei cetacei, Ischia: sono tantissimi i luoghi dove è possibile praticarlo. L'emozione è assicurata: basta armarsi di pazienza e aguzzare i cinque sensi.

Istruzioni di viaggio. Improvvisarsi whalewatchers non è facile: è necessaria un po' di esperienza per abituare gli occhi a percepire il minimo movimento. Il consiglio degli esperti è non fissare lo sguardo verso un'unica direzione, ma spaziare sulla superficie del mare. Le regole d'oro dell'osservatore naturalista sono due: arrecare il minor disturbo possibile ai mammiferi marini e imparare a riconoscere i segni dell'avvistamento. Soffi, dorsi, pinne e "splashs" sono gli indizi principali. Il periodo migliore per vederli va da aprile a ottobre. In Italia sono più di dieci le associazioni e i centri di ricerca che offrono ai turisti l'appassionante avventura sulle rotte dei cetacei. Le formule sono diverse: minicrociere, eco-camp o semplicemente escursioni di mezza giornata. La carrellata.

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500 pesci fuor d'acqua



Il sogno di far "vivere" i pesci fuori dall'acqua è riuscito a Donatella Zarotti che ne ha portati 550 all'ombra del Duomo di Parma. Arte durante Cibus, nel mare degli stand con "Pesce azzurro Cefalù" poi nel cuore della città con altri pesci.
Così dall'Isola d'oro della imprenditrice parmigiana sono arrivate le creature argentate di Dario Ghibaudo uno dei più interessanti artisti contemporanei.
Il branco , fantasioso, immaginifico è visibile a TPalazzo fino al 13 sera. Un omaggio di altissima qualità al pesce, alla natura, ma anche un omaggio all'arte che quando è autentica è una sfida quotidiana, uno spostare l'orizzonte sempre più in là, esattamente come l'imprenditoria.

Leggi nel blog il perchè di questa mostra.






Il pesce volante che corre

Ha una pinna sul petto che gli permette di sollevarsi dall'acqua anche di 200 metri mentre è la coda - che sbatte 70 volte al secondo - a consentirgli di restare in volo. Il video è stato ripreso da un battello giapponese